PRIMAVERA ED ESCURSIONI IN MONTAGNA: SI MA, ATTENZIONE ALLE VIPERE
Testo a cura di Enzo Crimi – già Commissario Superiore del Corpo Forestale della Regione Siciliana, saggista, divulgatore ambientale e naturalista, esperto di problemi del territorio.
Siamo in primavera e in questa stagione è maggiore il pericolo delle vipere (Vipera aspis hugyi), gli unici rettili pericolosi per l’uomo sul nostro territorio. Come tutti i rettili, essendo animali a sangue freddo, le vipere necessitano di calore e tendono a rimanere al sole per ore della giornata, in modo da innalzare la propria temperatura corporea. Tuttavia, forse non tutti sappiamo che le Vipere, avendo la capacità di assorbire il calore del substrato del terreno, nel meridione e dunque anche nel nostro territorio, riescono ad essere attive per quasi tutto l’anno, mediamente anche nelle giornate fredde e di pioggia. Nei mesi più freddi di dicembre, gennaio e febbraio, riducono di molto la loro attività vitale e si rintanano all’interno di anfratti, muretti a secco di pietra o fessurazioni del terreno, ma sempre rimanendo vigili e uscendo di tanto in tanto quando c’é il sole. La loro presenza oltre ad essere diffusamente assidua nei terreni lavici etnei, pare che sia stata notata anche alle basse quote dei Nebrodi e Madonie, in alcune zone interne della Sicilia e in tutte le regioni italiane ad esclusione della Sardegna. Non è difficile notare la presenza della vipera all’interno di bassi cespugli, pietraie o terreno nudo e non solo, infatti, nel corso della sua lunga evoluzione, si è adattata anche in altri ambienti. Di media-piccola taglia, la vipera ha una lunghezza che raggiunge circa 60-70 cm; solo in casi eccezionali può arrivare a poco più di un metro. La testa, sempre ben differenziata dal tronco, è molto piccola triangolare larga alla base e ricoperta da piccole squame irregolari, la coda molto corta e il corpo tozzo coperto di piccole scaglie con colorazione che varia dal grigio al marrone e disegno dorsale a strisce e macchiette separate o colorazione quasi uniforme (definite a macchie d’olio). Per il colore di base, l’impressione istantanea e la sua forma fisica, ma anche per la lentezza nei movimenti, spesso la vipera viene scambiata erroneamente con la Coronella austriaca che é un altro serpente molto diffuso sul nostro territorio ma non é velenoso. Ad un’attenta osservazione, questo rettile si distingue dalla vipera per la sua pupilla degli occhi rotonda, il corpo e la coda più lunghe e si può notare un pò ovunque, persino in aree urbane periferiche.
La vipera è limitata nella vista, in quanto gli occhi hanno la pupilla verticale ellittica, che si restringe in piena luce, tuttavia, riesce a percepire qualsiasi minimo rumore o vibrazione del terreno e pertanto, per sicurezza, sarebbe opportuno che chi si reca in campagna, in particolare in terreni lavici, calzi sempre scarpe a collo alto o, ancor meglio stivali che mantengano coperte e protette arti inferiori e zone del corpo a rischio di morso. Nel camminare si abbia cura di non calpestarla e si faccia più rumore possibile magari utilizzando e sbattendo un bastone, affinché, essa sentendosi disturbata si rintani. Relativamente lenta nei movimenti, la vipera è un rettile territoriale terricolo prevalentemente diurno, molto elusivo che preferisce fuggire e nascondersi quando avverte un possibile pericolo. Comunque, oltre ai piedi, bisogna porre la massima attenzione a dove si mettono anche le mani senza protezione (ad esempio durante la ricerca di funghi o verdure). La vipera non é incline allo “scontro”, non attacca e si difende solo se disturbata da vicino e alla presenza dell’uomo reagisce primariamente con la fuga. Tuttavia, pur di indole mite e poco irascibile, se calpestata, toccata o importunata si difende raccogliendo il corpo, sollevando la testa ed emettendo sibili minacciosi. In estrema ipotesi, può magari mordere e in questo caso, mantenendo sempre la calma, si ha un adeguato tempo a recarsi in una struttura medica, senza anticipare cure o interventi in proprio che potrebbero peggiorare l’evento. Preventivamente é inutile cercare nelle farmacie siero antivipera perchè non se ne trova, inoltre, il siero può essere inoculato solo in una struttura ospedaliera.
Come consigliano i medici, in particolare bisogna:
1. evitare di applicare il laccio emostatico nei pressi della ferita, perché ne rallenta o ne blocca il deflusso venoso creando una indesiderata stasi venosa, mentre non blocca il flusso linfatico, responsabile della diffusione del veleno;
2. evitare procedure di aspirazione o rimozione meccanica del veleno, quali suzioni o incisioni, in quanto non ne è dimostrata l’efficacia e si possono causare ulteriori danni;
3. non succhiare il veleno dalla ferita con la bocca, in quanto è molto probabile avere nel cavo orale piccole ferite causate spesso dallo spazzolino da denti);
4. non somministrare alcolici in quanto hanno effetto depressivo sul SNC e vasodilatatore periferico, facilitando quindi l’assorbimento del veleno;
5. rimanere tranquilli: l’agitazione provoca l’attivazione incontrollata dei meccanismi da stress che provocano una più rapida diffusione del veleno. Prima che il gonfiore lo impedisca sfilare anelli, bracciali, etc.;
6. disinfettare: è opportuno lavare la ferita con acqua semplice perchè il veleno di vipera è idrosolubile, ove possibile, lavare con acqua ossigenata o con permanganato di potassio. Sono da evitare disinfezioni con alcool o sostanze alcoliche, perché il veleno della vipera a contatto con alcool forma composti tossici. Entro pochi minuti dal morso potrebbero comparire dolore e bruciore nella sede del morso, seguito da edema duro, eritema, petecchie, ecchimosi e bolle emorragiche che tendono ad estendersi lungo l’arto colpito. Entro 12 ore possono comparire linfangite e adenopatia. Bisogna precisare che il veleno è essenziale per la vita della vipera, dato che lo utilizza per catturare le sue prede, quindi il rettile tende a non sprecarlo mordendo l’uomo, dunque, quando una persona è morsa da una vipera è di fondamentale importanza tenere conto che circa il 20% dei morsi di serpente sono morsi “secchi” in cui non vi è alcuna inoculazione di veleno. Ecco perché a volte si può notare la sede del morso, ma non c’è comparsa di sintomi sistemici.
Secondo gli studiosi, il periodo riproduttivo delle vipere è aprile-maggio ed è caratterizzato da una elevata mobilità dei maschi, che si producono talvolta in scontri ritualizzati. Si ha poi l’accoppiamento preceduto da una fase di valutazione della recettività della femmina, che il maschio verifica saggiando tutto il corpo della femmina con la lingua. La Vipera aspis è ovovivipara, le uova si schiudono all’interno del corpo materno immediatamente prima della nascita dei piccoli, che variano da 2 a 15 piccoli (mediamente una decina) che possono essere lunghi da 12 a 25 cm. I piccoli nascono normalmente in settembre e sono autosufficienti ed immediatamente provvisti di zanne e ghiandole velenifere, mentre la madre deve attendere qualche anno prima di essere nuovamente fecondata. La vipera si nutre di nidiacei di uccelli terricoli o caduti dal nido, di lucertole e di piccoli mammiferi che ne rileva di calore, mediante l’agguato, fulmineamente attacca iniettandogli il suo veleno attraverso le sue zanne retrattili che fuoriescono solo quando l’animale apre la bocca per azzannare la preda e si ritirano quando, invece, la chiude, il veleno agisce prontamente, uccidendo le prede che così vengono ingoiate. A sua volta la vipera é predata da molte specie di mammiferi quali il Cinghiale, la Martora, il Riccio e da grossi uccelli rapaci ma anche da altri rettili come il Biacco. Comunque, il suo più acerrimo nemico è però l’uomo, che la uccide, spesso senza motivo.
La vipera è il serpente italiano che più evoca atavici timori in gran parte delle persone, animale silenzioso e misterioso, custode di un incredibile potere primordiale, la vipera, come tutti i serpenti, è uno dei più vecchi e più diffusi simboli mitologici: il suo veleno è associato al potere di guarire, condannare, o donare una maggiore coscienza espansa. Il suo cambiar pelle la rende simbolo di rinnovamento e rinascita, anche di immortalità. Nella realtà la sua aura di onnipotenza e di stregoneria é molto ridimensionata, infatti, la vipera é un animale alquanto mite e, come sopraddetto, attacca l’uomo soltanto se si sente minacciata. Essa rappresenta solamente una presenza biologica molto importante ai fini dell’equilibrio ecologico dell’ambiente e, seppur indiscriminatamente uccisa a priori, essa è invece parte integrante e fondamentale nell’ecosistema. Infatti, come tutti gli animali, essa è un importante anello della catena alimentare contribuendo al mantenimento dell’equilibrio ambientale, ad esempio, cibandosi di piccoli mammiferi e roditori dannosi per l’agricoltura. Non corrisponde al vero che l’Ente Parco dell’Etna o il Corpo Forestale abbiano effettuato in passato un’immissione di vipere sul territorio del Parco.