Il grande olivo di GEBBIA

I GRANDI PATRIARCHI NATURALI DI SICILIA:IL GRANDE OLIVO DI GEBBIA

(Età stimata 1300 – 1500 anni – R. Schicchi e F.M Raimondo)

Testo a cura di Enzo Crimi – già Commissario Superiore del Corpo Forestale della Regione Siciliana, saggista, divulgatore ambientale e naturalista, esperto di problemi del territorio.

Secondo alcuni studiosi, migliaia di anni fa, la nostra isola era coperta dal 90% di boschi e gli alberi di grandi dimensioni dovevano essere certamente numerosi, vivendo all’interno di ecosistemi ancora integri, dove il ricambio generazionale avveniva in modo naturale. Ancora oggi a distanza di secoli ed in alcuni casi millenni, incontriamo questi grandi patriarchi vegetali spesso isolati, che resistono tenacemente agli attacchi dell’uomo, del tempo e degli eventi naturali, magari in quei contesti territoriali difficilmente raggiungibili dai mezzi meccanici, o in virtù della sacralità attribuita loro da credenze e leggende locali. Gli alberi secolari sono autentici relitti sopravvissuti alle avversità e non necessariamente devono essere piante forestali, infatti, tra i grandi tesori botanici hanno il giusto risalto centenarie piante di olivo, veri e propri “primi padri” e piante di grande fascino ed attrattiva. Olivi che hanno avuto una diffusione ed importanza in un lontano passato e che oggi rivestono il ruolo di testimoni di un tempo proiettato in un futuro che ha radici antiche.

Uno tra gli olivi secolari più conosciuti è il grande “Olivo di Gebbia” (Olea Europaea L.), si trova nelle campagne di “La Gebbia”, località con segni di forte antropizzazione, in comune di Avola (SR) a poche decine di metri dal livello del mare su terreno pianeggiante sabbioso calcarenitico. Il grande “Olivo di Gebbia”, per come riportato nella pubblicazione “I grandi alberi di Sicilia” edita da Azienda Foreste Demaniali R.S., é uno splendido plurisecolare esemplare monumentale di olivo, insomma, un vero e proprio capostipite della flora arborea presente nell’area, considerato il più grande della provincia di Siracusa e della Sicilia, ha un’età stimata di 1300 – 1500 anni, é alto oltre 10 metri, ha una circonferenza massima al colletto di circa 16 metri e una circonferenza del tronco a mt 1,30 dal suolo di circa mt. 10,50 con una proiezione di chioma naturale fitta e tondeggiante al suolo di circa 90 mq².. Si tratta di un enorme esemplare costituito da due fusti accostati, il più grande dei quali, di forma tronco-conica con tre grossi e contorti rami a circa 2,5 mt. dal suolo e presenta un’ampia cavità centrale. Il secondo fusto presenta un’inclinazione rivolta ad est, ha una circonferenza di circa 2,5 mt a petto d’uomo e una grande cavità nella parte basale. L’olivo, che soffre della’antropizzazione del sito di vegetazione, detiene complessivamente uno stato vegetativo mediocre in quanto è anche affetto da seccume e carie che andrebbero rimosse.

Certamente a causa dell’età secolare, ma anche di fattori biotici e abiotici, questo “gigante del tempo” via via sarà sempre più vulnerabile ad alcune fitopatìe, al lento e incessante scorrere del tempo e al normale e inesorabile dissolvimento. Inoltre, é doveroso ricordare che anche le “piante monumentali” non vivono in eterno, la mortalità naturale fra le piante in bosco è elevatissima e questa straordinaria pianta, che resiste da diversi secoli all’uomo e al tempo, non potrebbe essere un’eccezione. Tuttavia, perderlo sarebbe senza dubbio per l’uomo una grave privazione perché esso rappresenta una grande Enciclopedia di vita in questi luoghi. La presenza di piante così vetuste, sono importanti indicatori per la ricostruzione del paesaggio agro-forestale autoctono della Sicilia e del suo clima, nonché delle attività antropiche e colturali che nei secoli hanno interessato la regione.