IL LAGHETTO MONTANO “COLAÙGGHIA” O “GIUFFRÈ-ZARBATE”
NEL CUORE DEI MONTI NEBRODI DI RANDAZZO.
Testo a cura di Enzo Crimi – già Commissario Superiore del Corpo Forestale della Regione Siciliana, saggista, divulgatore ambientale e naturalista, esperto di problemi del territorio.
Le escursioni nell’ambiente naturale, lo si sa, hanno un loro fascino tutto particolare, inoltre, tutte le stagioni sono buone per camminare in montagna e non è difficile incontrare all’interno delle aree montane naturali, delle quali è ben dotata la nostra Sicilia, escursionisti italiani e stranieri intenti a padroneggiare e consultare una cartina, una’App telefonica o bussola, in particolare dove le marcature dei sentieri risultano poco evidenti. E’ piacevole constatare come il nostro territorio naturale stia sviluppando oggi, un periodo di grande fermento di fruibilità antropica green, insomma, un’eccellente valenza di fruibilità escursionistica – ricreativa e di turismo lento attento ai dettagli che primariamente tendono a valorizzare paesaggi incontaminati ricchi di grande suggestione che portano grandi benefici al corpo e alla mente.
I monti Nebrodi sono uno spettacolare terrazzo formato da montagne boscate che si affacciano a nord sul versante tirrenico e a sud sul maestoso edificio vulcanico dell’Etna, che sembra incastonato in un cielo azzurro e terso in un’unica tonalità di grande impatto visivo. In attesa che possiate visitarlo personalmente, oggi vi voglio portare con l’immaginazione all’interno del Demanio Regionale Forestale nel cuore del Parco dei monti Nebrodi in territorio di Randazzo, nella zona di Piano Lago, facente parte del sottobacino del torrente Flascio. In questo periodo, questo comprensorio, che è ad una quota tra i 1200 e 1600 m. slm, è punteggiato da suggestivi colori primaverili delle peonie, di deliziose aree verdi a pascolo e il verde dei fiabeschi e rigogliosi boschi dei Nebrodi che occupano le aree circostanti. In questo posto incantato, la “Madre Natura” ha voluto esprimere la sua grande generosità, infatti, quì troviamo un altro “pezzo” di Sicilia integrale quasi nascosta che pochi conoscono, lontana dalle spiagge assolate, dai centri affollati del turismo mordi e fuggi e dagli itinerari naturalistici conosciuti, insomma, un territorio fatto di sentieri, boschi e di piccoli corsi d’acqua. Qui, tra la folta vegetazione arborea, che non conosce la voce dei motori ma ama la quiete profonda dell’ambiente circostante, in particolare nel periodo delle pioggie, si può ammirare la “Perla dei Nebrodi”, ovvero, il piccolo e incantevole laghetto di “Colaùgghia” o “Giuffrè-Zarbate”, per come conosciuto da alcuni suoi appassionati cultori. Si tratta di un piccolo “Santuario naturalistico” che impreziosisce il panorama delle terre dei Nebrodi e una semplice camminata, ma anche una serena sosta contemplativa sulle sponde di questo laghetto o persino un fugace sguardo verso la rigogliosa vegetazione circostante, possono descrivere sicuramente alla perfezione le sensazioni emozionali che rilascia un’escursione sostenibile e a misura d’uomo, che rispetta le necessità dell’ambiente naturale. In questo sito, gli occhi sembrano rapiti dal paesaggio che dà il meglio di se con una ricca tavolozza di colori naturali, le cui sfumature si fondono e creano una suggestiva scala cromatica della natura che spazia armonicamente dal verde intenso dei suoi rigogliosi alberi di specie miste alla trasparenza delle quiete sue acque che nulla hanno da invidiare ai laghi più conosciuti.
Dotazioni orografiche di straordinaria qualità, territori incontaminati, il fiume Flascio poco a valle del laghetto, torrenti montani, paesaggi mozzafiato impreziositi da una flora lussureggiante e rigogliosa, valori faunistici di grande rilievo e l’incantevole Area Attrezzata montana di “Zarbata”, considerata un gioiello naturalistico di grande richiamo sul territorio di Randazzo, curato dall’ex Azienda Foreste Demaniali della Regione Siciliana. Ecco queste sono le suggestive caratteristiche di questi luoghi nebroidei, ma anche gli aspetti vegetazionali presenti ai bordi del laghetto, esprimono una grande suggestione in tutte le stagioni, per la presenza di una ricca vegetazione arborea rappresentata da pioppi querce e conifere e una rigogliosa vegetazione minore acquatica che si abbina ai muschi, alle felci e alla florida vegetazione erbacea. Si tratta di vegetazione stagionale che nei tratti inondabili, finisce periodicamente per essere sempre spazzata via dall’esondazione delle acque per poi ritornare in particolare in primavera quando è la festa grande della natura che si risveglia, quando i prati che si affacciano sul lago, si vestono di verde. Le folte concentrazioni di vegetazione minore che fanno da cornice al lago, offrono riparo alle specie di animali acquatici e uccelli migratori, data la ottimale posizione geografica del lago lungo una direttrice di migrazione, che assicura un persistente richiamo per l’avifauna. Insomma, un prezioso forziere di biodiversità che sembra invisibile agli occhi mentre si vede con il cuore e attende con perenne pazienza di essere visitato e portato alla conoscenza di chi vuole rendergli omaggio nel pieno rispetto della sua discreta sacralità, con la consapevolezza che tale scoperta non potrà che arricchire il viandante di una esperienza tanto entusiasmante quanto portatrice di serene sensazioni di benessere e stimolante propensione verso l’ambiente. La valorizzazione e salvaguardia del nostro patrimonio naturale va mantenuta attraverso una corretta fruizione del territorio e una forte e rispettosa rivalutazione delle sue caratteristiche. Tuttavia, questi siti naturalistici che detiene il nostro territorio, spesso sono dimenticati e deteriorati dall’uomo, che prima di muoversi all’interno di questi santuari della “Madre Natura”, ad essa dovrebbe chiedere il “permesso” per entrare e ad essa dovrebbe promettere che non la danneggerà.