TERRITORIO ETNEO DI MALETTO: IL RIFUGIO FORESTALE MONTANO DI “MONTE MALETTO”
Testo a cura di Enzo Crimi – già Commissario Superiore del Corpo Forestale della Regione Siciliana, saggista, divulgatore ambientale e naturalista, esperto di problemi del territorio.
Nella parte sommitale occidentale etnea, ad ovest di Monte Maletto, all’interno di un bosco ricco di pini, faggi e ginestre, la mano sapiente dell’uomo, complice un ambiente ancora incontaminato, ha saputo realizzare un manufatto di grande attrattiva. Incastonato in un pianoro naturale e visita obbligata per tutti i gitanti appassionati di questo territorio, troviamo il “Rifugio forestale di Monte Maletto”, frequentato da tantissimi escursionisti che trovano in esso un punto base per le passeggiate di alta quota che portano verso l’estremo limite di vegetazione arborea del vulcano più alto d’Europa. Questo rifugio, per la sua posizione geografica, per la pregevole fattura della struttura, per la sua ubicazione all’interno di una zona boschiva ben conservata, ma anche per le sensazioni intime ed indescrivibili che offre al gitante, da tanti anni rappresenta come un punto di riferimento per gli escursionisti che vogliono godere del paesaggio occidentale etneo e può senza dubbio definirsi come massima espressione del connubio natura – uomo. Per immergersi nel verde contemplativo a contatto con la natura, basta essere soltanto dotati di poca fantasia e si può arrivare a violare “l’anima pura” dell’incantevole bosco di Monte Maletto che non conosce la voce dei motori, ama la quiete profonda dell’ambiente circostante e ispira al frequentatore dotato di animo ascetico, un senso di benessere e serenità che resteranno impressi a lungo nell’anima.
Il rifugio forestale di “Monte Maletto” è aperto e libero al pubblico e a tutti coloro che lo rispettano e lo sanno apprezzare, visitarlo è una sensazione unica e al bisogno, può assicurare un concreto riparo dalle intemperie. Realizzato in modo austero é in grado di assicurare una sicura permanenza, anche notturna, e consentire agli escursionisti un momento relax di grande suggestione nella sensibilità ambientalista dell’uomo, il quale dovrà impegnarsi a rispettarlo e difenderlo dalle azioni inconsulte e dannose che esso stesso può causare. Dunque, un rifugio forestale per l’utilizzo al bisogno, non ci sono guardiani né addetti alle pulizie, tutto viene lasciato a discrezione dei propri fruitori, nella buona osservanza di norme di civile convivenza, magari non scritte ma sempre utili nell’interesse comune, ovvero, si trova e si lascia ordinato e pulito. Molto frequentato dai gitanti, si armonizza con il paesaggio circostante, dove si possono ammirare alcuni elementi di grande pregio naturalistico, sia dal punto di vista vegetazionale che faunistico, infatti in questa zona, posta a circa 1800 metri di quota slm, non è difficile fare la conoscenza diretta di conigli, lepri, gatti selvatici, istrici, volpi, donnole e persino martore. Ci sono mille motivi per salire fin lassù, ed in particolare, per scappare dalla vita caotica e frenetica della città, in cerca di scenari naturali e autentici e la pace dell’animo. Quando il visitatore è lassù a passare la notte, sappia che è un rifugio semplice e spartano, non cerchi le comodità cittadine, non sia troppo pigro da non alzarsi e perdere così un’alba che dopo aver innondato di luce Monte Maletto, s’infila quasi di striscio tra gli alberi di faggio e pino. La sera non sia troppo stanco e affamato da restare seduto dentro a tavola ma si goda il calar del sole e il dolce passaggio dal giorno alla notte. Se incontra il cattivo tempo, non si perda il temporale montano estivo, fatto di un composto caos, tra rumori assordanti e mille luci, per poi come d’incanto veder apparire il sole e poter respirare quell’aria fresca di “Madre terra” che lo laverà dentro. Anche solo per uno di questi momenti vale la pena di salire al rifugio di Monte Maletto. Dopo aver vissuto queste sensazioni, l’escursionista tornerà un po’ più ricco a valle, pensando che in fondo tutti salgono su una montagna e poi, dopo poco o magari dopo giorni, quando saranno scesi, gli verrà la voglia di tornare ancora lassù, per scoprire un altro rifugio forestale, così da rubare ancora alla montagna etnea un nuovo e indimenticabile ricordo di questo straordinario territorio e comprendere il perché dalla montagna non si vorrebbe mai scendere!