LA
STORIA DELL’ ALBERO DI NATALE
I Druidi, antichi sacerdoti dei celti, popolo di guerrieri
vissuto nel primo millennio avanti Cristo nelle isole britanniche e
in altri territori nord europei, non erano solo ministri di un culto
ma praticavano anche altre arti e scienze come la poesia, la
veggenza, la giurisprudenza, la medicina e l’architettura. Tale
era l’interesse dei druidi verso le piante che sembra siano stati
loro i primi ad ornare un albero di pino e decorarlo con rami di
vischio, ritenendo che niente fosse di più sacro che un albero con
sopra del vischio. Da questo antico rito pagano nasce l’usanza
moderna dell’albero di Natale, diffusa in Germania e nei paesi
nordici derivante dall’uso francese del Medio-evo di addobbare
alberi in segno di festa e di pace, con la credenza che un ramo di
abete in casa tenesse lontani gli spiriti maligni e prolungasse la
vita. In Germania, l’uso natalizio dell’albero è antichissimo:
fu Martin Lutero in persona a suggerire di ornarlo con candeline.
Nel 1605 un parroco di Strasburgo (Francia) usava porre sulla tavola
di Natale un ramo ornato di rose di carta, di mele, di dolci. Nel
1611 una duchessa tedesca addobbò il 1° albero di Natale vero e
proprio e da allora si diffuse in tutta l’Europa. Nel 1870 il duca
di Norfolk decora di lumi un grande abete davanti al proprio
castello. La tradizione del vischio come rimedio universale e
portafortuna è rimasta e si è diffusa anche dalle nostre parti,
infatti, il ramoscello di vischio in casa è benaugurale. Oggi si
vedono milioni e milioni di alberi di Natale, l’usanza è bella e
significativa. Per i cristiani l’albero ha un significato di vita,
rappresenta il genere umano; le candele diritte sono le anime dei
giusti, quelle rovesciate le anime dei cattivi.