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IL CORPO FORESTALE DELLA REGIONE SICILIANA A DIFESA DELL’AMBIENTE NATURALE DEL PARCO REGIONALE DELL’ETNA Nella sua ampia estensione, poco più di cinquantanovemila ettari, suddivisi in 20 comuni, il Parco Regionale dell’Etna è tra i più problematici per tanti motivi, tra cui il disagio dei residenti per la carenza di infrastrutture e la rigidità del suo regolamento, l'orografia accidentata, la massiccia fruizione turistica, l'esposizione continua al rischio di incendi boschivi e di eventi eruttivi e sismici. Eppure, chi ama viaggiare senza fretta e in punta di piedi, dotato solamente di animo contemplativo, all’interno del Parco dell’Etna trova il giusto equilibrio tra rumori e silenzi, tra inquietudine e distensione, emozioni uniche che solo da queste parti la natura può elargire a chi di essa ne ama le sue essenze più pure. L’Etna non è solo un vulcano, è una bellezza straordinaria e al tempo stesso maestosa che riesce ad accompagnare il visitatore in tutto quel paradiso di verde che si estende fin lassù, proprio fin dove il bosco va a cedere il passo alla nuda e lunare roccia vulcanica, dove dal punto di vista orografico il territorio si presenta abbastanza accidentato da far notare il disordine apportato nel corso dei secoli dal fenomeno delle eruzioni vulcaniche. Il pino laricio, le quercie, , la ginestra dell’Etna, il castagno, il faggio e la betulla, sono le piante boschive più rappresentative del territorio che in quest’area esprimono quelle caratteristiche tipiche ed uniche sia per interesse scientifico che per la loro appartenenza al panorama vegetazionale etneo. Al limite della vegetazione arborea, sopra i 2000 metri di altitudine, si apre un paesaggio molto aspro che periodicamente viene decorato dalle variopinte tonalità delle endemiche formazioni sparse di ginepro emisferico, di romice dell’Etna, di cerastio, di violette etnee ed infine di tonaceto, di spinosanto e di pulvini di saponaria che si spingono alle quote più alte sino a cedere il passo ai deserti lavici, dove tutto diventa ostico ed irreale. Eppure, malgrado le estreme condizioni climatiche ed ambientali, il panorama si presenta ricco di variabili naturali che offrono degli spunti visivi veramente eccezionali. Basti pensare alla bellezza dei paesaggi, ora scolpiti e statici, ora splendenti, ora foschi ma fusi nella solidissima cornice di fiamme che sprigiona il “Grande Signore del fuoco”, l’Etna che tutto sostiene e unifica in un territorio senza pari, dove l’ambiente è in continuo cambiamento. Il territorio del Parco dell’Etna è ricco di peculiarità naturalistiche di grande pregio orografico e vegetazionale, che il legislatore, consacrandone le doti di fornitore permanente di qualità ambientale, ha voluto sottoporre a tutela e salvaguardia, attraverso alcune produzioni legislative che riferendosi a leggi nazionali, rendono le caratteristiche naturali di questo ambiente altamente protetti. La tutela dell'ambiente è ormai una condizione essenziale per la sopravvivenza stessa dell'uomo e in ogni caso rappresenta una garanzia per consentire una qualità della vita a livelli accettabili.
Anche questo tipo di tutela, così
importante per la società e per la sua evoluzione, confluisce
inevitabilmente nel diritto. Il diritto dell'ambiente si propone come
importante baluardo contro la intollerabile e incivile drammaticità di
scempi al paesaggio, abusivismi edilizi, rifiuti, incendi, bracconaggio,
inquinamenti di quegli elementi che consentono la vita degli animali,
delle piante, dell'uomo stesso.
La
sorveglianza dei territori inclusi all’interno del Parco Regionale
dell’Etna, è affidata al Corpo Forestale della Regione Siciliana, ai
sensi dell’art.13 della Legge Regionale 6 maggio 81, n° 98, così
come sostituito dall’art. 12 della Legge Regionale 9 agosto, 88 n°
14. Nel Parco
Regionale dell’Etna il Corpo Forestale della Regione Siciliana è
presente con un Comando Provinciale denominato Ispettorato
Ripartimentale delle Foreste con sede a Catania, da cui dipendono
territorialmente otto
Comandi Distaccamento Forestale. Gli uffici hanno sede nei comuni di
Nicolosi, Zafferana Etnea, Giarre, Linguaglossa, Randazzo, Bronte e
Adrano. La
specialità dei servizi svolti dal Corpo Forestale della Regione nel
Parco dell’Etna, consiste primariamente nella consapevolezza di
partecipare al progetto, tanto ambizioso quanto affascinante, di
migliorare le condizioni dell'uomo e della natura, riservando loro la
massima attenzione. Ma
non basta promulgare leggi, e il nostro Paese non è in fin dei conti
troppo carente in questo senso. Occorre invece indurre al rispetto della
normativa ambientale, mediante la cultura e la valorizzazione delle
risorse della natura in particolare nelle aree protette, attraverso
un'opera di prevenzione e quando questa non basta, di repressione
condotta con passione, competenza, professionalità ed intransigente
rigore. Nessuno
dei circa settanta forestali è in servizio nel Parco per caso: ognuno
ha scelto di vivere senza riserve e, più che altrove, ottemperare al
compito di salvaguardare questo delicato ambiente, di essere espressione
del “Corpo tecnico con funzioni
di polizia”, sin dal lontano 1822 quando nacque e fu delegato a
guardia dei boschi del Rè. Ora, in nessun luogo quanto nel Parco
Regionale dell’Etna, i boschi sono di tutti ed al Rè si sono
sostituiti i cittadini, ai quali i Forestali garantiscono il “diritto
del bosco” e la fruizione dell’ambiente. Questo impegno passa
anche attraverso la fornitura di indicazioni su come muoversi ed agire
nella utilizzazione dei boschi e dell’ambiente più in generale, in
base alla norme vigenti; attraverso il monitoraggio delle condizioni di
salute delle presenze arboree ed in particolare di quelle specie
soggette a temibili patologie. E ancora, censendo e segnalando la
presenza di alberi monumentali, testimoni viventi e tutt’altro che
muti di secoli di storia di questo territorio, mappando la distribuzione
dei principali tipi di bosco ed aggiornando quotidianamente la conoscenza del loro
ininterrotto divenire, intervenendo per lenirne le sofferenze,
comunemente indotte dall’uomo. Lavorando
nel Parco, i Forestali ci ricordano ed esaltano il valore, oggi
trascurato, dei boschi, per il quale tanta gente si spingeva sino alle
alte quote ad accaparrarsi calore, farina, lettiera, legname da opera e
di sostegno alle viti. Investigando il perché di castagni, di querce,
di pini…si delinea il da farsi per scongiurare gli incendi e si può
trasmettere ad altri la conoscenza perduta. Sono
centinaia, forse migliaia, adulti, giovani e bambini, provenienti da
tutto il mondo, di ogni età e condizione sociale, di ogni scuola, di
ogni associazione, di ogni istituzione o ente, pubblico o privato,
idonei o diversamente abili, esperti o insicuri, tutti condotti per mano
dai Forestali lungo i sentieri del Parco, affinché non sfuggano
alle indicazioni, ai suggerimenti, alle spiegazioni fornite con passione
e competenza dalle guardie forestali. Tutti, siano anziani o giovani,
hanno da imparare e dal cui dialogo si apprende e si accresce il sapere,
come è ovvio. Chi
è educato all’ambiente, per esperienza diretta o per avere imparato
da altri, evita i comportamenti scorretti, che generano le emergenze.
Quanti incendi sono stati evitati per il buon governo del fuoco? Quanti
incidenti scansati dalla rinuncia ad un percorso troppo ardito e di un
consiglio preso? Quanta sarebbe la sporcizia diffusa, se non vedessimo
il prossimo portare via i propri rifiuti? Quanto resisterebbero i
piccoli rifugi dell’Etna se non li rispettassimo come fossero cosa
nostra. A chi non vuole
imparare non resta che la punizione: penale se l’azione è reato,
pecuniaria, se a carattere amministrativo. Per il personale del Corpo Forestale della Regione Siciliana non ci sono altri propositi per il futuro se non di servire la collettività difendendo l’ambiente, nella misura consentita dalla legge, dalla disponibilità di personale e di strumenti. |
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Vincenzo CRIMI |
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Comandante distaccamento forestale |
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Bronte |