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PIANTE  DELL’ETNA  E  DELL’ALCANTARA

Di Vincenzo  CRIMI

         In questo angolo di territorio, dove la natura ha voluto esprimere la sua generosità,  sono custoditi alcuni dei tesori botanici più preziosi e hanno il giusto risalto centenarie piante di acero, pino, faggio, castagno e querce, veri e propri primi padri e testimoni del tempo,  per certi versi ancora tèrsi,  si stagliano nel cielo e proiettano la loro possanza dalle cime dei Nebrodi e del vulcano, dove la terra riesce a toccare il cielo, fino agli argini del fiume Alcantara, offrendo spunti per riflessioni contemplative.

         I boschi sono beni inesauribili fino a quando l’uomo non interviene e quando ciò accade sottoforma di disboscamento ecco, allora, che i risultati sono disastrosi e le conseguenze imprevedibili. In seguito l’uomo nella sua evoluzione mentale, ha capito che le piante hanno una loro utilità anche all’impiedi; infatti si rese conto che possono svolgere importanti funzioni di mantenimento del suolo, di regimazione delle acque e ospitalità per la fauna selvatica, riconoscendo loro la capacità di influenzare i fattori climatici.

Il faggio La Roverella (Quercus pubescens) Il cerro L’acero
    Il frassino (fraxinus)    Castagno (Castanea sativa) Pino laricio La betulla dell’Etna (Betula aetnensis)
Ginestra dell’Etna La ginestra di Spagna (Spartium Junceum)    Il pioppo (populus nigra)  Il salice di Gussone (Salix gussonei)
Il cipresso (cupressus sempervirens) Il platano (Platanus orientalis) L’olmo minore (ulmus minor) L’ontano comune (alnus glutinosa)
La canna (Arundo donax) L’ampelodesma Oleandro (Nerium oleander) Crespino dell'Etna (bbarbaru)