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ROCCELLA VALDEMONE Roccella Valdemone è un
altro prezioso tassello che compone lo splendido mosaico della valle del
fiume Alcantara. Le notizie certe più antiche che possediamo si
riferiscono all’epoca del Gran Conte Ruggero d’Altavilla nel 1112,
quando era abate del Monastero basiliano di S. Nicolò di Pillera, situato
nella parte alta dell’omonimo torrente, il monaco Ilarione. Sicuramente
allo stesso periodo è riconducibile sia il castello che l’adiacente
abitato di Roccella, per il quale però la documentazione più antica è
dell’anno 1296, allorché il barone di Roccella Damiano Spadafora,
doveva pagare al re di Sicilia il corrispettivo del possesso di sette
feudi e mezzo per la sua Baronia. La
famiglia Spadafora mantenne queste proprietà, quasi ininterrottamente,
sino all’abolizione del feudalesimo avvenuta nel 1812. Posto
su uno sperone roccioso, il paesino sembra volere scappare dalla logica
contemporanea, dal tempo che corre, stravolgendo a volte i concetti di
spazio e tempo. L'ospite
di Roccella Valdemone, guardandosi attorno, potrà arricchirsi dei
silenzi, degli aromi e delle emozioni che solo la natura di questo posto
sa dare. Non serve andare lontano per trovarsi immersi nella natura:
l'antico bosco di Malabotta, come si accennava sopra, oggi Riserva
Naturale Orientata gestita dall’Azienda Foreste Demaniali della R. S.,
le gole di Palazzolo, la cascata dell'Angara dei Piristeri, torrenti e
ruscelli testimoniano come il territorio sia ancora integro. All'interno
del paese si possono ancora cogliere quelle sensazioni che sono proprie di
un paese che non vuole correre a tutti i costi verso la vita sfrenata di
oggi. Ecco che quindi si possono ancora ammirare piazze, viuzze e
monumenti che sembra non si siano ancora accorti del tempo passato. Concorrono
a valorizzare ancora di più la dotazione culturale e storica di questo
piccolo centro dell’alto Alcantara, la chiesa "madre" di S.
Nicola di Bari, ricostruita nel 1625, di stile rinascimentale, che
rappresenta uno dei monumenti più belli e visitati del paese. Al suo
interno è possibile ammirare preziose opere d'arte, fra le quali otto
tele di autori ignoti (S. Pasquale Baylon, La Gloria della Compagnia di
Gesù, I santi Cosma e Damiano, L’Angelo Custode, L’Annunciazione,
Maria porta coeli, Le anime del Purgatorio, e Il Battesimo di Gesù nel
fiume Giordano) ed una ancona marmorea per la custodia del SS.
Sacramento del 1540, capolavoro di Giacomo Gagini, con al centro scolpita
la natività ed ai lati le statue di San Nicolò di Bari e San Giovanni
Battista. Dell’antico
castello medievale degli Spadafora, un tempo fra i più imprendibili della
vallata, a causa della sua posizione strategica, oggi non resta altro che
il sito e la documentazione storica. Il
palazzo Spadafora fu edificato nella centralissima piazza Duomo intorno al
1800 ed infine la chiesa di Maria SS. dell'Udienza, un tempo probabilmente
cappella del castello baronale, nel cui interno si trova una pregevole
statua in marmo di Antonello Gagini del primo cinquecento, raffigurante la
Vergine Madre di Dio, che tiene in braccio il pargoletto Gesù. La
festa principale, che si celebra il 15 agosto di ogni anno, è dedicata
alla Madonna dell’Udienza. L’effige marmorea posta sopra “u baiardu”,
per il peso complessivo di 14 quintali, viene portata a spalla
processionalmente per le vie principali del paese, con grande concorso di
popolo[1]. Vincenzo
CRIMI [1]
Per
eventuali approfondimenti si riporta la seguente Bibliografia: G.
Camarda – Su Roccella Valdemone – Catania 1855 G.
Vecchio – Roccella Valdemone “che paese è?” – Messina 1987 Suola
materna, elementare e media – Roccella Valdemone - Storia cultura
tradizioni –Randazzo 1998 – 1999 B.
Paparo – Vita politica e amministrativa a Roccella Valdemone dopo il
fascismo (1943 - 1962) – Messina 1991 G.
Cannuli – Roccella Valdemone - alla ricerca delle origini – dialetto
mestieri luoghi d’una volta – S. Teresa di Riva 2001 S. Borrello – “A Matrici” – La chiesa madre di san Nicolò di Bari in Roccella Valdemone – Messina 2002 |